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Originario presumibilmente dell’Europa Centrale, questo pane a forma di nodo ha attraversato secoli, evolvendosi e diffondendosi in diverse culture e Paesi.

Secondo una delle leggende più popolari, i bretzel troverebbero le loro origini nell’Italia del VII secolo. Un monaco, desiderando premiare i suoi allievi per aver appreso le preghiere, avrebbe creato questi pani utilizzando impasto avanzato, dando loro una forma che ricordasse le braccia incrociate sul petto in preghiera. Questo racconto spiegherebbe anche il nome “pretiola”, piccolo premio in latino, che nel tempo potrebbe aver evoluto nella parola “bretzel”.

Una variante della storia, localizzata invece in Germania, racconta di un fornaio che, imprigionato e condannato a morte, ricevette una proposta di clemenza: se fosse riuscito a creare un pane attraverso il quale il sole potesse splendere per tre volte, la sua vita sarebbe stata risparmiata. Il risultato fu il primo bretzel, con i suoi caratteristici loop attraverso i quali il sole poteva brillare.

Indipendentemente dall’origine, è innegabile che il bretzel abbia giocato un ruolo significativo nella cultura alimentare tedesca. Con il passare del tempo, questo particolare pane si è affermato come simbolo di fortuna, prosperità e spiritualità, trovando spazio in molteplici tradizioni e festività. Nel corso dei secoli, la popolarità del bretzel ha varcato i confini tedeschi, diffondendosi in tutta l’Europa e, successivamente, anche negli Stati Uniti, dove è divenuto un elemento fondamentale nelle tradizioni alimentari di molte comunità.

Oggi il bretzel si mangia ogni volta che si vuole, non solo coi prodotti a tema Oktoberfest. Dalle classiche versioni salate, spesso abbracciate da una spruzzata di semi di sesamo o papavero, fino alle varianti dolci, immerse in cioccolato o guarnite con glassa e zuccherini, continua a essere un amato snack e un simbolo di condivisione e convivialità.